DOSSENA
Questo casato, diffuso in quasi tutta la Lombardia, è presente nel nostro paese fin dal sorgere dei Comuni Rurali. Infatti in un atto notarile di locazione del monte Ortighera, possesso della famiglia Salvini dell'Acqua di S.Gallo, in data 3 febbraio 1375, risulta presente in rappresentanza del Comune di Dossena il "credendario" Lorenzo q. Dossena de Alcainis, mentre nel libro della Confraternita del SS. Sacramento, in data 5 Aprile 1518, risulta l'elezione a consigliere della stessa, di un certo Dosena dicto Homasi de Alcaini.
È certo però che da tempo immemorabile molti erano i giovani dossenesi costretti ad emigrare in cerca di lavoro e di vita.
I nostri "bergamini" poi erano usi scendere alla bassa con le loro mandrie per trascorrervi la stagione invernale e alcuni di questi, col tempo, trovarono più conveniente fermarvisi stabilmente abbandonando così il paese d'origine.
Orbene, nel paese di nuova residenza, questi emigranti e "bergamini" venivano comunemente chiamati "Dossena" dal paese di provenienza, e si pensa che questo, a lungo andare, sia diventato il loro vero cognome.
Al riguardo potremmo citare alcuni casi da noi direttamente conosciuti, che tralasciamo di elencare per non urtare la loro suscettibilità nel riconoscere in sé antiche radici montane.
ALCAINI (Alcainij)
Dovrebbe essere il casato più antico del paese.
Da un atto del Comune di Dossena in data 13 aprile 1234, relativo alla delimitazione dei confini con i Comuni limitrofi, in rappresentanza di Dossena risulta presente:"Albertus Alcainus consul et Albertus de Testoribus, ambo gerents negozia comunis".
Questa famiglia è pure presente in diversi altri atti da noi conosciuti relativi all'epoca medioevale. Il sacerdote Francesco Astori, studioso di storia locale, nel suo quaderno di memorie, fa risalire l'antichità di questa famiglia all'epoca romana.
Per secoli essa ha partecipato alla vita socio-economica e religiosa della comunità di Dossena .
Durante la dominazione veneta fu presente nella compagnia dei Bastazi della dogana del porto di Venezia. Dei componenti di questa famiglia ricordiamo:
Giov.Antonio I - sacerdote, per diciannove anni arciprete di Dossena (dal 1474 al 1493 ).
Maestro dei Sacri Canoni.
Giov.Antonio II - arciprete di Dossena dal 1494 al 1512. Fu anche parroco a Villa di Serio.
Agostino - arciprete di Dossena per circa trent'anni , dal 1524 al 1554.
Giov.Giacomo - emigrato a Venezia, con Antonio Olivi, dona alla chiesa il quadro " Gesù nell'orto", opera di Nicolò Reimier fiammingo.
Giacomo detto Corriero - nel 1641 dona alla chiesa il quadro della Madonna del Rosario, con S.Domenico con S.Caterina, opera di scuola veneta del XVI secolo.
Giacomo di Giov.Battista - nel 1625 risulta far parte della compagnia dei Bastazi in Venezia.
Recentemente il Comune di Bergamo ha dedicato a questa famiglia una delle sue vie con la seguente motivazione:"Famiglia bergamasca, originaria di Dossena, trasferitasi a Venezia, fu prodica di soccorsi e di beneficenza al paese di origine, tanto da concorrere in modo determinante alla creazione del patrimonio della chiesa parrocchiale".
ASTORI ( Astoribus, Testoribus )
Il "colonnello" compare per la prima volta in un atto del 9 gennaio 1474. Prima era presente in casato "De Testoribus", così indicato nel verbale del 1234 relativo alla delimitazione dei confini; così pure nel 1375 per l'affitto del monte Ortighera, come l'elenco degli amministratori del Comune in un documento del 25 ottobre 1438 del notaio Andriolum de Tiraboschi di Serina, dal quale risulta il nome di "Paxsinus f.q. Boni de Testoribus de Dosena".
Dopo tale data il casato dei Testori scompare dal carteggio di Dossena e subentra quello degli Astori. Il fatto non si spiega.
Dal libro
"Dossena"
di Melchior Omacini